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Capitolo Generale Nazionale
FABRO - FICULLE
06 /07 Dicembre A.D. MMXIV
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Nei giorni 6/7 Dicembre si è svolto il nostro Capitolo Generale Nazionale per l’anno 2014.
Sabato 6
Ore 09,00: arrivo a Fabro (TR) presso la Canonica della chiesa di San Martino e saluti a Don Domenico nostro Cappellano e ai primi convenuti.
Ore 10,00: Accoglienza dei convenuti presso l’Hotel Rilarosi della vicina Ficulle (TR).
Ore 10,30: Inizio lavori con una breve introduzione sui principi della Cavalleria Religiosa e Laica a beneficio sopra tutto degli ospiti e dei nuovi venuti.
Ore 11,30: Relazione sulle informazioni riguardanti la martoriata terra di Siria, ricevute durante il Capitolo Generale Dell’Ordine tenutosi a Wettin in Germania nello scorso mese di Ottobre. Durante la relazione sono state esposte anche notizie che di solito sono ignorate o passate in secondo ordine dai media; Inoltre, sono state esposte le indicazioni fornite dai nostri maggiorenti laici e religiosi, finalizzate a fornire aiuti più adeguati a quelle popolazioni tanto straziate dalla guerra e dal fanatismo religioso. E’ avvilente pensare che tanta sofferenza è causata da giochi di potere e mire che sono per la maggior parte esterni ed estranei agli interessi di quelle popolazioni: Chi si pone e si proclama come loro paladino, in realtà, guarda con occhi abbastanza indifferenti lo stato di coloro che al mondo dice di voler tutelare.
Ore 13,00: Pasto in Hotel, a base della cucina tradizionale locale.
Ore 14,30: Capitolo Comandanti per decidere sulla risoluzione di problematiche interne organizzative e per dettare norme comportamentali specialmente riguardo il non facile rapporto con Facebook che se mal gestito, potrebbe falsamente dare una immagine non veritiera del Priorato nei confronti di terzi, per la difficoltà di separare ciò che potrebbe essere strettamente personale da ciò che è generale e ci caratterizza come gruppo.
Ore 15,30: Istruzione ai nuovi venuti con risposte a tutte le loro domande, impartita personalmente dal Priore in tre ore e mezzo di seduta fiume.
Ore 21,00: Cena in Hotel con la gradita presenza di Don Gianluca e Don Piero Parroco a Ficulle.
Ore 22,00: Preghiera.
Ore 22,30: Piccolo coordinamento per le attività del giorno dopo e commiato con chi pernottava in altro luogo.
Domenica 7
Ore 09,30: Ficulle, ritrovo nella antica Chiesa di Santa Maria Vecchia , luogo di bellezza semplice e severa, al cui interno si percepisce chiaramente traccia della spiritualità lasciata da secoli di preghiera e devozione, luogo ideale per le promesse dei nostri Sergenti e per le Investiture Cavalleresche. Dopo Le Investiture Cavalleresche dei nostri fr. Cosimo, Marco B.,Pier Francesco e Silvia e la accettazione delle promesse dei nuovi entrati,Cristian, Marco De V., Nikolaos, R…. e Dario, Il Nostro Cappellano ha proceduto con la Benedizione delle Intenzioni dei presenti.
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L’imposizione della spada sul capo agli appartenenti alla Commanderia di Fabro è stata ripetuta anche dal Comandante in sede Fr. Cav. Silvio Topo dopo che essi l’avevano già avuta dal Priore; questo in segno di considerazione e rispetto da parte del nostro Priore e Vicecomandante Generale Federale nei confronti del Comandante Locale. Alla fine delle Investiture e delle Promesse, i nostri Cav. Marco B. e la Dama Silvia hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali nel decennale delle loro nozze. Altra ricorrenza sottolineata a sorpresa con un applauso sono stati i trent’anni dalla prima Messa celebrata dal nostro caro Don Domenico, il nostro amato Cappellano. Sono seguite le Lodi recitate assieme Don Piero, Parroco di Ficulle. Alla fine delle cerimonie e delle preghiere, Don Piero ci ha raccontato la storia e le vicende secolari di quel luogo di culto.
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Ore 11,30: Ficulle, breve accoglienza a Sua Eminenza Il Cardinale Salvatore De Giorgi nei pressi della Casa Comunale e a seguire breve presentazione della storia della”Casa della Divina Provvidenza” residenza per anziani sita in Ficulle, località Cappuccini, di cui ricorre il novantesimo anniversario della fondazione. In occasione di questo importante anniversario, oltre a Sua Eminenza e al Cav. Silvio Topo presidente della “ Casa della Divina Provvidenza”e nostro Comandante in Sede, si sono trovate qui riunite nella Casa Comunale Il Sindaco Gian Luigi Maravalle e anche le autorità civili della Regione e i rappresentanti delle forze dell’ordine oltre a noi PSM. La Casa della Divina Provvidenza è attualmente un centro modello per la cura degli anziani anche affetti di gravi disabilità, attrezzato per lungo degenze e di di ogni confort, il cui personale è dotato delle massime competenze in Materia. Tale struttura è anche una delle più importanti attività economiche di quel circondario dando impiego stabile a circa settanta persone. Ore 12,30: Santa Messa Solenne concelebrata da Sua Eminenza Il Cardinale De Giorgi assieme a Don Piero, Don Gianluca, e Don Domenico nostro Cappellano ed altri, nella centrale e bella Chiesa di Santa Maria Nuova, gremita di fedeli per l’occasione. La Chiesa di Santa Maria Nuova è una bella chiesa in stile ottocentesco dotata di un notevole coro ligneo, dove abbiamo avuto il grande onore di essere posti durante la celebrazione della Messa Solenne. A fine cerimonia dopo le immancabili foto di rito con Sua Eminenza, ci siamo recati tutti alla Casa della Divina Provvidenza.
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Ore 14,00: Casa della Divina Provvidenza, sontuoso rinfresco e a seguire i ringraziamenti del Presidente Silvio Topo al personale della struttura, a cui non ha lesinato gli elogi per l’amore e la professionalità con cui tutti gli addetti svolgono il loro lavoro, poi i ringraziamenti a vario titolo a tutti i convenuti.
Ore 16,30: Noi PSM, abbiamo preso commiato dai presenti e da Sua Eminenza. Dopo averci salutati molto cordialmente, uno per uno, abbiamo avuto da Sua Eminenza la richiesta di portare i suoi saluti al Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, con cui in passato ha svolto del lavoro. Dopo una breve sosta a Fabro, presso la Canonica per sbrigare alcune faccende amministrative, dopo aver salutato i nostri locali Frater e Don Domenico abbiamo intrapreso la strada di casa. Questo Capitolo è stato fruttuoso per il lavoro svolto ai fini della istruzione e preparazione dei nostri membri, specialmente per gli ultimi arrivati e anche per quanto riguarda le relazioni esterne e la penetrazione del PSM in quelle contrade, ove pensiamo di aver posto buone basi in vista del lavoro futuro. Un Particolare ringraziamento, senza dimenticare Don Domenico e tutti i membri della Commanderia di Fabro, lo dobbiamo al nostro Comandante in Sede fr. Cav. Silvio Topo, per la magnifica ospitalità che ci ha riservato e per aver fatto coincidere il nostro Capitolo Generale con un avvenimento che si può definire storico per la comunità di Ficulle.
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Intervista a Gregorio III Laham
Patriarca della Chiesa Grecomelchita - Cattolica
AVVENIRE martedì 17 ottobre 2012 - di Lucia Capuzzi
«Solo la riconciliazione può arginare il caos»
l'intervista a Gregorio III Laham, patriarca della Chiesa grecomelchita- cattolica e a mons. Jean-Clement Jeanbart
«Non si può andare avanti così. Con le armi non si arriva ad alcuna soluzione E l’opposizione è divisa»
Civili massacrati mentre fanno la fila per la distribuzione del pane. Medici arrestati insieme ai figli dal regime mentre curano i feriti. Famiglie utilizzate come scudi umani dai ribelli nei centri cittadini. Decine e decine di vittime. E profughi: un fiume umano in fuga da morte e orrori che si fa sempre più numeroso. È sufficiente leggere le notizie giunte dalla Siria solo negli ultimi tre giorni per restare quantomeno senza parole. «La violenza si è fatta inaudita. Basta pensare che nel 2011, la stampa locale parlava di 5mila morti. Da febbraio ad ora sarebbero il quintuplo», dice il patriarca della Chiesa greco-melchita- cattolica in Siria, Gregorio III Laham, in questi giorni in Italia per il Sinodo e impegnato in una serie di iniziative col sostegno della Rete No War. Il Patriarca vuole lanciare un appello al mondo perché «fermi il massacro». Non, però, con un intervento militare o con forniture d’armi a una delle fazioni in lotta, ma attraverso la promozione del dialogo. Quello che da mesi ormai fa il movimento Mussalaha, nato all’interno della società civile siriana e sostenuto da rappresentanti delle differenti confessioni religiose. Iniziativa popolare che, fin dall’inizio, Gregorio III appoggia e promuove.
È possibile costruire la pace in Siria?
Una cosa è certa: non è possibile andare avanti così. Abbiamo visto che con le armi non arriviamo a niente. È giunto il momento di trovare un’altra strategia. Mussalaha funziona: lo abbiamo visto a livello locale. Attraverso il dialogo e la riconciliazione si riescono a ricomporre i conflitti nei villaggi. Sarebbe ora di riproporre la medesima strategia a livello nazionale.
L’escalation di violenza si fa di giorno in giorno più feroce...
Spesso, media e analisti parlano di guerra civile siriana. Nel mio Paese, in realtà, non c’è un conflitto, c’è il caos. Perché non ci sono due parti in lotta, ma una serie di gruppi con interessi diversi e spesso contrapposti. L’opposizione non è movimento unico. Ai dissidenti si uniscono spesso bande armate che approfittano della situazione confusa per regolare vecchi conti, saccheggiare villaggi, attuare vendette. A farne le spese sono i civili, intrappolati nei combattimenti. I cristiani, che sono le vittime più fragili in quanto minoranza, stanno affrontando indicibili sofferenze.
Può fare qualche esempio?
Una degli ultimi casi è avvenuto a in un sobborgo di Damasco. Gruppi armati si sono presentati e hanno intimato alla popolazione – quasi tutta cristiana – il pagamento di 25mila dollari al mese. Una cifra enorme per chi sta perdendo tutto a causa degli scontri.
Che cosa sta facendo la Chiesa per assistere la popolazione?
La Chiesa cerca di stare il più possibile accanto alla gente. A tutti, cristiani e musulmani, ribelli e filo-governativi. La Chiesa non propende per nessuna parte politica ma cerca di difendere la popolazione dagli abusi. Per questo, pur con pochi mezzi, distribuiamo cibo e aiuti, accogliamo gli sfollati interni, che sono tantissimi. E promuoviamo il dialogo. Con la violenza non si mette fine alla violenza. Noi siriani dobbiamo spezzare questo circolo vizioso.
AVVENIRE © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Settefrati
Festa del Patrono
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Nel giorno di Santo Stefano, Patrono di Settefrati, due membri del Priorato di San Martino, Fratello Roberto e Fratello Santino, si sono recati in visita alla nostra comanderia ivi operante, portando con loro un buon numero di capi di abbigliamento ed altri aiuti, destinati ad un gruppo di rifugiati di origine africana.
I nostri confratelli della Comanderia dei Cavalleggeri della Madonna di Settefrati, pur se appena costituiti, si sono subito attivati sul territorio con vero spirito cristiano e ci hanno segnalato la situazione di disagio dei rifugiati e tutti insieme, in pochissimo tempo, abbiamo racimolato il possibile.
Ringraziamo tutti i nostri confratelli di Settefrati per l’amore fraterno e la cortesia con cui hanno accolto i nostri inviati e un ringraziamento particolare lo rivolgiamo al Sindaco Riccardo Frattaroli ed al Parroco Don Antonio Molle, che si sono sempre dimostrati benevoli e aperti nei confronti del Priorato di San Martino e degli ideali e della testimonianza di fede Cristiana di cui vuole essere portatore.
Il Priore
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Preambolo alla ricerca storica sui gruppi Neotemplari oggi esistenti:
La questione della Legittimità
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Dopo un cammino di oltre quattordici anni nel mondo della cavalleria Neotemplare è per me giunto il momento di iniziare a trarre delle conclusioni e mettere dei punti fermi.
In cavalleria ho incontrato luci ed ombre, uomini che definirei veri astri luminosi ed altri meschini e gretti. Ho incontrato fede e virtù e anche arrivismo e calcolo, e troppi, veramente troppi individui di poco valore nella vita di tutti i giorni e che in Cavalleria pensano di aver trovato un luogo dove poter coltivare la loro importanza personale.
Poi mi sono imbattuto nella secolare questione della legittimità della Cavalleria Templare giunta nel tempo sino a noi e della quale sono membro, e della validità della linea di trasmissione postuma a Jacques de Molay, ultimo vero Magister Templi riconosciuto anche dal Papato.
Tra gli astri luminosi sono orgoglioso di annoverare il mio Comandante, Sua Eccellenza Fr. Werner Rind, Gran Comandante Generale della Federazione Internazionale OMCTH della quale faccio parte con il grado di Vicecomandante.
Egli, con il consiglio e l’appoggio di Mons. J. Evangeliste Jarque, nostro Cappellano anziano, ha avuto il coraggio e la forza di operare uno strappo epocale all’interno dell’OMSTH creando una distinzione in Cavalleria tra quanti, pur se eticamente corretti, portavano avanti l’idea cavalleresca legati alla massoneria, e coloro che la attuavano nel pieno senso religioso dell’Amore Cristiano rispettando la Chiesa Cattolica e l’Ecumenismo nelle forme che Essa approva e sostiene.
Son passati molti anni da allora: nell’anno 2001 venne approvata la Carta di Montserrat e l’anno dopo, di ritorno da un pellegrinaggio a Poblet, nel corso di una memorabile colazione di lavoro nei pressi di Barcellona ove ero presente, si assegnò il nome alla nostra federazione, reintroducendo, finalmente e giustamente nella sigla designata, il nome di Nostro Signore:
O.M.C.T.H.= Ordo Militiae Christi Templi Hjerosolymithani.
Dalla presa di distanza dall’OMSTH si curarono molti dettagli: l’antico Ordine della Miltia Christi non ha mai avuto un Gran Maestro ma un Magister Templi di nomina capitolare ed approvazione papale, così l’OMCTH non ha un Gran Maestro ma un reggente denominato Gran Comandante Generale; in questo modo, non volendo vantare una completa ed autonoma continuità, si sono rispettate le indicazioni della Chiesa, che con la ben nota sospensione “Ad Divinis” ordinava di non ricostituire l’Ordine del Tempio.
La nostra federazione oggi può vantare, grazie al lavoro, alla dedizione e alle opere del nostro beneamato G.C. Generale, la protezione religiosa di un Patriarca Cattolico Orientale, Sua Beatitudine Gregorio III Laham e la protezione nobile del Principe Etiope Asfa Von Asserate, il cui casato si dice discendere direttamente da Re Salomone e dalla Regina di Saba.
Oggi, grazie alla approvazione e protezione che il Patriarca Cattolico Melkita di Gerusalemme e Damasco ci concede nella sua autonomia e in qualità di alleato del Pontefice (giacché il suo status è “Cum Petro, non sub Petro”), la nostra federazione si trova ad avere una legittimazione religiosa che nessun’altra organizzazione neotemplare può vantare, oltre ad una protezione nobile di tutto rispetto e -per i credenti- la più prestigiosa possibile.
Dopo quanto sopra esposto è irrilevante dare importanza a documenti quali la “Carta di Larmenius” che sicuramente è un falso storico e, se non lo fosse, tramanderebbe una genealogia di Gran Maestri non approvati dalla Chiesa.
Inoltre chiunque abbia letto gli atti del processo “Contra Templares” avrà capito che la “Carta di Larmenius” è un documento incongruente con la volontà delle gerarchie Templari. Esse, lasciandosi mettere al rogo con un estremo atto di fedeltà alla Chiesa che nessuno avrebbe osato chiedere loro, si sono immolate per sottrarre il Pontefice Clemente V ai ricatti del Re Filippo IV il Bello. La figura del Pontefice Clemente V deve essere riabilitata in campo cavalleresco dato che dagli atti del processo “Contra Templares” emerge che egli ha tentato fino all’ultimo di salvare l’Ordine Templare e che l’inchiesta fatta condurre da lui dichiarava innocenti i Templari e li riammetteva ai Sacramenti. Dagli stessi atti processuali del processo “Contra Templares” si evince anche che nessuna vendetta doveva essere posta in atto nei confronti del Papato, battutosi per salvare i Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme.
Oggi possiamo affermare, confortati anche dalla scienza (vedi gli studi pubblicati dalla Studiosa Barbara Frale), che la questione della vendetta nei confronti della Chiesa fu il frutto di una convincente macchinazione e disinformazione massonica; d’altronde ogni vero Cristiano sa che il Signore Iddio dice “Mia sarà la vendetta e il castigo” Deuteronomio-35.
Personalmente ritengo che dei Gran Maestri riconducibili alla suddetta “Carta” e di quelli susseguitisi dal Duca di Orleans in poi, quasi nessuno sia da citare come esempio di vita cristiana: si annoverano fra questi sanguinari, truffatori, libertini, esoteristi, scismatici, golpisti e massoni di altissimo livello.
Ovviamente la mia idea e le mie considerazioni sono immutate anche circa l'altra presunta linea di discendenza , pretesa dal Barone Carl Gotthelf von Hund ,questa linea dichiaratamente in seno alla massoneria .
Sebbene da alcuni queste linee di discendenza sono indicate come uniche e vere, esse sono comunque sempre mancanti di qualsiasi ”Imprimatur“ Papale , nonostante l'ordine sia stato assolto al ”Processo di Ravenna” dal Magistrato Papale ed Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorrezzo.
La mia idea è che, vivendo nei tempi attuali, la nostra Legittimazione dobbiamo costruirla con la testimonianza di Fede Cristiana, il lavoro e meriti odierni. Certo dobbiamo essere grati a quanti nel corso dei secoli hanno lottato per l’ideale “Templare”, la maggior parte dei quali era sicuramente in buona fede: grazie a molti di loro è stata conservata un’etica che, anche se laica, inevitabilmente è dovuta tornare ad abbracciare nel giusto modo la Fede Cristiana, motore originario di tutta la Cavalleria Occidentale.
Non Nobis, Non Nobis Domine, sed Nomini Tuo da gloriam
Fr. Nadir Balilla Tontini
Vicecomandante della Federazione Internazionale OMCTH e Priore del Priorato di San Martino OMCTH |
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